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Omicidio Rapposelli,
dopo Google la procura
tira in ballo Whatsapp

DELITTO - Continuano gli accertamenti irripetibili chiesti dalla procura per risolvere il delitto della donna. Il 23 gennaio inizieranno le operazioni peritali che consentiranno agli inquirenti di accedere agli applicativi scaricati da Reny

 

Giallo Rapposelli, la procura tenta la via informatica e dopo l’account Google cercherà di entrare nelle app scaricate dalla pittrice, tra cui Whatsapp, per ricostruire la vita digitale della donna.  È ancora tutta in divenire l’inchiesta aperta dal pm Andrea Laurino per cercare di risolvere il delitto della 64enne teatina, trovata morta in un dirupo di Tolentino lo scorso 10 novembre. Con tutte le perizie tecniche ancora in corso (tra cui quella sui telefoni degli indagati, sul foglio di carta trovato addosso al cadavere della donna, sul terriccio del fossato dove è stato rinvenuto il corpo), la magistratura ha deciso di aggiungere all’iter investigativo altri accertamenti. Se ieri, i legali di Simone e Giuseppe Santoleri  hanno ricevuto l’avviso per l’analisi dell’account Google attivato da Renata, questa mattina è scattata la notifica per scandagliare tutte le applicazioni scaricate da Renata sul cellulare. Le operazioni peritali, che inizieranno il 23 gennaio, sono state affidate all’analista forense Luca Russo. L’obiettivo della procura è quello di accedere ai contenuti degli applicativi, sopratutto quelli legati alla messaggistica istantanea (come Whastapp) per ricostruire spostamenti, ricerche, conversazioni e tutto ciò che potrebbe essere utile all’indagine. L’estrapolazione dei file sarà possibile anche senza aver trovato il cellulare della 64enne. L’ultima cella agganciata dalla donna è quella di Giulianova, città di residenza degli indagati per concorso in omicidio e occultamento di cadavere.

Omicidio Rapposelli, la procura setaccia l’account Google della pittrice



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