“Il numero dei permessi rilasciati ai residenti per la sosta nel centro storico di Osimo è diminuito, per il semplice fatto che dentro le mura è calata la residenzialità. Qui ci sono tantissime case in vendita e non vengono più nemmeno affittati gli appartamenti sfitti proprio per il problema dei parcheggi”. Non si nasconde dietro a dito Rosalia Alocco, portavoce del comitato dei residenti del centro storico di Osimo. “Se gli stalli disponibili sono 900 ed i pass-sosta sono scesi da 1400 a 1100, come spiega sui media l’assessore Federica Gatto (leggi l’articolo), e quelli dei lavoratori sono diventati 150, forse gli amministratori dovrebbero domandarsi il perchè”.
Secondo lei, Rosalia Alocco, come vanno letti questi numeri?
“Intanto c’è il problema delle limitazioni alla sosta. La presenza estesa delle aree ad alta rotazione o a disco orario, imposta dal piano del traffico in molte aree del centro ha lasciato liberi parecchi stalli a strisce blu (leggi l’articolo). Anche per effetto delle sanzioni passate dalla multina da 4 euro ai 25 euro (leggi l’articolo) nessuno viene più a fare spesa in centro. Il Comitato però crede che il vero problema sia collegato al calo della popolazione residente. Il numero di abitanti continua a diminuire dentro le mura, e la conseguenza diretta è che crolla anche la percentuale di clientela dei negozi. Molti hanno già chiuso e abbassato le serrande (leggi l’articolo). In questo scenario, se gli stalli sono liberi perché nessuno viene più in centro storico e nessuno abita più qui, se ci parcheggia l’auto uno dei pochi residenti o un cliente dei negozi, che cambia? Noi paghiamo i permessi per la sosta all’inizio di ogni anno, perché non garantirci questa possibilità se i posti restano vuoti? Il nostro comitato ha chiesto da tempo l’istituzione della Ztl per tutto il centro storico, ma siamo consapevoli che il piano può essere complesso. Allora ci tolgano almeno queste limitazioni. Noi non chiediamo posti per le singole famiglie, ma oggi in certe zone del centro città è diventata un’impresa anche solo scaricare la spesa, considerato, oltretutto che i parcheggi del carico e scarico sono occupati tutto il giorno dai mezzi dei commercianti”.
Per tutto questo avete chiesto un incontro al sindaco Pugnaloni ?
“ Si, abbiamo chiesto un incontro al sindaco e all’assessore soprattutto per poter ragionare su dati oggettivi, su numeri concreti (leggi l’articolo). Vorremmo una volta per tutte contarci, sapere quanti sono i residenti del centro, sapere quanti sono gli stranieri, quanti gli anziani, le giovani coppie e in che aree abitano. E’ inutile fare operazioni-tampone sulla carta per aiutare il commercio se poi in realtà il numero dei residenti del centro ha subito un calo vertiginoso e nemmeno i residenti vanno a comperare negli esercizi commerciali. Non basta invitare al tavolo di confronto le associazioni di categoria per parlare di riqualificazione del centro. Non sarebbe altrettanto utile ascoltare chi abita qui per mettere a fuoco ogni sfaccettatura dei disagi?”
Magari si eviterebbero anche le polemiche fiorite attorno agli episodi di rimozione con il carro attrezzi delle auto dei residenti nei giorni di divieto, durante le ultime festività natalizie…
“Ecco questo è un altro punto dolente. Temiamo che al 90% la statistica sia stata arricchita proprio con la rimozione dei mezzi di proprietà di noi abitanti. La mattina del mercatino di Natale, ad esempio, per far sistemare 3 bancarelle sono state rimosse 8 vetture di residenti in piazza Leopardi. Possibile che nessuno di loro aveva letto i cartelli di divieto, oppure quei cartelli sono stati sistemati solo poche ore prima del mercatino? A più riprese abbiamo chiesto di essere portati a conoscenza per tempo della programmazione culturale organizzata per tutto l’anno, almeno delle manifestazioni più importanti nelle date tradizionali. Non è stato possibile perché questo calendario non esiste al Comune di Osimo. E poi sarebbe il caso che i cartelli di divieto vengano esposti almeno 2 o 3 giorni prima degli eventi”.
Almeno a Natale, però, il salotto cittadino si è un po’ rianimato…
“Lo scorso 24 dicembre nel pieno delle festività natalizie, il nostro centro storico era deserto. Bastava spostarsi qualche chilometro fuori da Osimo, ad Ancona, Jesi e persino a Recanati, città più piccola della nostra, per cogliere una situazione ben diversa: movimento di visitatori nelle piazze centrali, tanti clienti nei negozi. Perchè viva il centro di una città ha bisogno di residenti, di luoghi di aggregazione. Invece il nostro consiglio di quartiere non ha neppure una sede dove riunirsi dentro le mura. Per convocare le assemblee pubbliche dobbiamo aprire dopocena palazzo comunale mentre nelle frazioni ci sono i centri sociali e gli spazi destinati all’aggregazione. Anche la presentazione della città in questo momento non è al top. Per quale motivo i turisti o gli osimani dovrebbero venire in centro? Il loggiato del Comune è ancora in rifacimento, la torre civica è imbragata, il tendone del teatro idem, palazzo Campana ha subito danni, per fortuna non irreparabili, dal terremoto. E’ tutto un cantiere aperto. E vogliamo parlare dei pochi commercianti che con coraggio continuano a tenere aperti i propri negozi? Se non si sono attrattive per quale motivo qualcuno dovrebbe venire a passeggiare per Corso Mazzini? Non basta la filodiffusione per renderlo appetibile. Filodiffusione, tra l’altro, che durante il periodo natalizio è stata tenuta accesa a tutto volume anche durante le ore del primo pomeriggio quando non c’era nessuno per la città e quando per legge sono vietati i rumori a tutela di chi schiaccia un riposino. Nessuno di noi è contrario alla filodiffusione come agli spettacoli nelle piazze nella stagione estiva, ma deve esserci anche il rispetto per le regole delle civile convivenza, troppo spesso dimenticate”.
Dal suo racconto sembra quasi che l’approccio degli amministratori comunali alla questione sia simile a quello riservato agli avversari politici. Ma non siete un comitato apartitico e apolitico?
“Ma certo, la politica non c’entra niente. Abbiamo tentato molte volte un approccio dialogico con l’amministrazione comunale, ma è stato inutile tanto che siamo stati persino costretti a fare ricorso al Tar per dire la nostra. Invece basterebbe sedersi ad un tavolo senza pregiudiziali e con la predisposizione all’ascolto per contemperare gli interessi di tutti. Più volte abbiamo, ad esempio, fatto rilevare che il portone del mercato coperto viene chiuso prima delle 22. ora stabilita, dalla cooperativa che gestisce il servizio per conto del Comune. Se è un servizio pubblico perché mai viene interrotto prima? Abbiamo sollevato il problema, il Comune continua a far finta di niente ma ci chiediamo se è regolare che questa porta che collega piazza San Francesco con via Fonte Magna viene chiusa a piacimento della cooperativa che lavora per il Comune? O forse il mercato coperto è diventato un luogo privato? E’ successo che più di una volta in una serata di vento o pioggia i residenti della piazzetta sono stati costretti a fare un giro lungo per via Fontemagna per arrivare a casa, pur avendo diritto ad utilizzare quel passaggio entro le 22. E voglio tralasciare i commenti sulla sporcizia nei vicoli provocata dai piccioni. Insomma non avanziamo richieste eccezionali. Il centro storico è di tutti, e su questo non c’è dubbio, ma per rendere la vita più facile ai commercianti, azione più che legittima nell’ambito delle strategie economiche di una città, non si può penalizzare quella dei residenti che non chiedono privilegi ma solo di starsene sereni a casa propria”.
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Tolta qualche mostra, perché venire a Osimo? Il centro è vuoto, freddo, spoglio, inospitale, chiuso. È una delle città più belle delle Marche, ma negli ultimi anni le è stato tolto il sangue, ed è divenuta uno spettro.