Caos operatori del 118 (Asur) all’ospedale Inrca-Osimo separati dal personale del Pronto soccorso (Inrca) ma impegnati nei servizi dello stesso pronto soccorso. La Fc Cgil ha chiesto un incontro urgente ai vertici della sanità e minaccia esposti al Prefetto e alla Procura ravvisando motivi di illegalità. “E’ indubbiamente importante l’Accordo firmato dal presidente Ceriscioli con Cgil, Cisl e Uil il 5 febbraio a tutela della dignità del Ccnl Sanità ed a sostegno del suo rinnovo. L’impegno assunto dal Governatore è senz’altro questione fondamentale -esordisce in una nota stampa Giacomo Mancinelli, componente Rsu per Fp Cgil dell’Area Vasta 2 – Ma già nel 2015 il Governatore sottoscrisse un Protocollo con Cgil, Cisl e Uil con l’intento di promuovere la qualità della partecipazione e del confronto con i sindacati. Mentre la legge regionale n.8 del 21 marzo 2017 sarebbe dovuta servire per migliorare le relazioni sindacali ed i trattamenti economici, uniformandoli (al meglio, non in peggio). Detto ciò, andando sui fatti, in Area Vasta 2 è dal 21 dicembre 2017 che non vengono più svolte trattative. Direzione dell’Area Vasta 2 totalmente assente, ed anche l’ultima richiesta di incontro della Rsu datata 24 gennaio è rimasta senza risposta.
Tutto tace, ed i dipendenti del Comparto dell’Area Vasta 2 attendono ancora di percepire, complessivamente, oltre 4 milioni di euro di risorse economiche della Contrattazione decentrata, di cui 220.501,72 euro di Produttività 2016, 256.534,38 euro di Incentivazione 2016 legata al Supporto Indiretto Libera Professione, 2.999.326,73 euro di Produttività 2017 e 902.367,50 euro di Incentivazione 2017 legata ai Risparmi dei piani di razionalizzazione 2016. E residuano 121.541,98 euro per cui si poteva e si doveva procedere, previa conclusione di un Accordo, ad assegnare una Progressione Economica Orizzontale a tutti coloro, personale a tempo indeterminato delle varie Categorie, ancora versante nella posizione economica del livello iniziale 0”.
ORGANICI E MOBILITA’ AL PALO – Secondo la sigla sindacale, poi anche “gli organici totalmente alla deriva, per cui, rispetto ai periodici spot propinati sulle ‘assunzioni’, i Concorsi dell’Area Vasta 2 per 41 Infermieri e 34 Operatori Socio Sanitari (nati nel lontano 2011), rispettivamente 11.840 e 5.262 domande presentate, sono ancora fermi al palo. Come pure sono ancora ferme al palo le stabilizzazioni dell’Area Vasta 2, quelle 2016 riguardanti 25 Operatori Socio Sanitari e quelle 2017 riguardanti 3 Autisti di Ambulanza, al quale avrebbe dovuto provvedere l’Area Vasta 1 per tutti gli Enti ed Aziende del Sistema saniatario regionale, e non ha proceduto”. Mancinelli ricorda che sono “ferme al palo pure le Mobilità Asur 2016 dall’esterno in ingresso per le Aree Vaste, che avrebbe permesso all’Area Vasta 2 di reclutare 6 amministrativi e 2 logopediste.
Ed entro il corrente mese, la Direzione dell’Area Vasta 2 si era impegnata, con firma, ad emettere un Bando di Mobilità interna rivolto a tutti i profili professionali, finalizzato a concludere graduatorie distinte per ogni Unità Operative e per ogni profilo professionale, ed anche in questo caso non si è adempiuto.
LO SCORPORO DELL’OSPEDALE DI OSIMO E LE CONSEGUENZE – Fp-Cgil ritiene che la Direzione dell’Area Vasta 2 stia gestendo “con approssimazione lo scorporo dell’Ospedale di Osimo, ceduto dall’Area Vasta 2 all’Inrca di Ancona dal 1 gennaio 2018”. I 17 precari infermieri dell’Area Vasta 2 che non c’entravano nulla con l’Ospedale di Osimo perché lavoravano sul ‘territorio’, eppure coattivamente trasferiti all’Inrca per far si che l’Ospedale di Osimo presentasse sulla carta un numero adeguato di personale al suo interno al momento della cessione, in realtà non solo a tutt’oggi continuano a lavorare dove stavano, sul “territorio”, ma percepiscono lo stipendio dall’Inrca, non hanno ancora firmato alcun atto che li leghi formalmente all’Inrca, e, quel che è peggio, non hanno ricevuto alcuna garanzia che i loro contratti a tempo determinato, alla scadenza, verranno prorogati come regolarmente avveniva, ed i primi contratti scadranno ad aprile” .Mentre i precari infermieri in Area Vasta 2 hanno la possibilità di rimanere in servizio, “pur con successive proroghe, fino a massimo 5 anni continuativi, – specifica Mancinelli – presso l’Inrca, ammesso che vengano prorogati, potrebbero rimanere in servizio massimo per 3 anni consecutivi. Risulta chiaro quindi come a tali precari sia stata inflitta una penalizzazione inaspettata, subendo un trasferimento che non avrebbe dovuto riguardarli ed avvenuto senza criteri chiari e trasparenti, nonché subendo una perdita di possibilità circa la durata del rapporto di lavoro che non era prevista quando iniziarono a lavorare in Area Vasta 2”.
DISAGI AL PRONTO SOCCORSO DELL’OSPEDALE DI OSIMO – Circoscrivendo l’attenzione sul pronto soccorso dell’ospedale di Osimo, Fp Cgil parla di situazione “estremamente seria ed allarmante pure la situazione dell’Emergenza-Urgenza dell’Area Vasta 2 ambito osimano. Per legge regionale è stata ceduta all’Inrca la Unità Operativa “ospedaliera” Pronto Soccorso di Osimo, ma non la Unità Operativa “territoriale” Postazione Territoriale dell’Emergenza Sanitaria (Potes) 118 di Osimo, rimasta all’Area Vasta 2 così stabilito dalla riorganizzazione sanitaria agli atti. Ed ancor prima della cessione del rampo d’Azienda, doveva essere chiaro che trattasi, il Pronto soccorso e la Potes 118, di 2 Unità Operative ben distinte e funzionalmente separate, ognuna con il proprio esclusivo e dedicato personale, così prescritto dalla legge regionale n.36/1998 e dalle conformi deliberazioni sulla riorganizzazione sanitaria. Invece, e lo si vuole pubblicamente denunciare ora, si continua ad osservare la testarda pretesa aziendale che il personale Infermieristico ed Autisti di Ambulanza della Potes 118 di Osimo (quindi dell’Area Vasta 2) svolga anche il lavoro presso il Pronto Soccorso di Osimo (quindi all’Inrca), e che lo stesso garantisca addirittura talune attività di trasporto per l’Inrca”. La Cgil ha quindi chiesto un urgente incontro alla Direzione dell’Area Vasta 2 “per risolvere questo serio problema, che riguarda la legalità, e la sicurezza delle persone, utenti e professionisti, nonché dell’assistenza e delle cure erogate. E siccome anche in questo caso non si registra risposta, si medita ora di ricorrere al Prefetto ed alla Procura della Repubblica, trattandosi di ‘sicurezza’ evidentemente posta a rischio, e di non conformità rispetto al dettato della legge regionale n.36/1998 e del codice deontologico infermieristico. Confidando nell’intervento del Governatore a concretizzare il proprio impegno, considerato che il Ccnl parla espressamente di ‘sicurezza: capacità di fornire il massimo livello di assistenza e cura con il minimo rischio per il paziente e per gli operatori’ e di tutela del precariato, inteso come superamento della condizione, non aggravamento”.
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