Come aveva già annunciato Dino Latini, qualche mese fa, le Liste Civiche di Osimo annunciano la loro discesa in campo, tra un anno, per le prossime Amministrative ma in una veste nuova, “con il coraggio di cambiare tutto” e “con un progetto discontinuo rispetto al passato”. I dati delle Politiche 2018 hanno ispirato il cambiamento. La presidente del Consiglio, Paola Andreoni (Pd) invece, nella sua disanima politica mette a confronto i dati 2013-2018 per raccontare i mutamenti nel centro sinistra. Il M5S infine guarda oltre, archiviati i festeggiamenti di venerdì sera alla ‘Base’ di San Sabino per l’elezione a Montecitorio dell’onorevole Paolo Giuliodori, con il ritorno di un osimano tra i parlamentari della Camera dei deputati.
IL PUNTO DI VISTA DELLE LISTE CIVICHE – “Osimo, come l’Italia, vede la vittoria del M5S e del centro destra, rispettivamente primi e secondi. La sinistra nel suo complesso si attesta a 5.400 voti. I nostri sondaggi locali hanno sbagliato solo nella forbice massima del M5S dato al 35% e minima del PD dato un punto percentuale sopra. Rispetto al 2013 il M5S è aumentato di 300 voti, mentre il centrodestra di quasi 2.000 voti. La sinistra ha avuto un tracollo di quasi il 20%”. Le liste civiche di Dino Latini leggono questa trama nel copione delle elezioni politiche 2018. “Ne discende – proseguono nell’analisi – che per le elezioni comunali 2019 la battaglia è, a nostro avviso, tra M5S e sinistra, nel senso che oggettivamente entrambi gli schieramenti hanno due possibilità. La prima andando tutti e due al ballottaggio: il M5S sicuramente, mentre la sinistra, se tutta unita, può superare sia il centrodestra sia le diverse liste civiche. La seconda se uno dei due va al ballottaggio e l’altro no, sarà favorito da un naturale travaso di voti da chi dei due viene escluso. Noi? Saremo presenti per un progetto completamente diverso e discontinuo rispetto al passato (anche nostro) in generale e nel particolare. 20 anni fa eravamo i precursori locali di quelli che oggi sembrano essere i cardini positivi del M5S (uno vale uno, assemblearismo nelle decisioni, programma al posto delle ideologie). Ora bisogna avere coraggio di cambiare tutto completamente, senza nostalgie e confronti e senza angoscia di dover vincere a tutti i costi, ma con la ferma volontà di indicare una nuova possibile forma di società”.
IL PUNTO DI VISTA DELLA PRESIDENTE PAOLA ANDREONI – “Provo ad analizzare, con una visione assolutamente personale, i dati emersi dalle elezioni nazionali, celebrate appena dieci giorni fa, con riferimento alle scelte fatte dalle osimane e dagli osimani. Partendo dai dati della Camera dei Deputati.- scrive sul suo blog Paola Andreoni (Pd), la presidente del Consiglio – I dati sulla partecipazione. Si rileva che rispetto alle ultime politiche (2013) le elettrici, gli elettori osimani che si sono recati alle urne il 4 marzo sono diminuiti di circa 473 unità, che la percentuale dei votanti passa dall’ 81,31% al 78,11% ( il dato nazionale dell’affluenza è del 72,9 per cento degli aventi diritto). È la percentuale più bassa dal 1948 a oggi. La maggiore astensione riguarda le osimane, il 24% delle aventi diritto ha, infatti, disertato l’appuntamento al voto. Tra gli uomini l’astensionismo tocca la percentuale del 19%. Le schede bianche e nulle nei seggi osimani nel complesso, rimangono stazionarie e in linea con il dato nazionale (Osimo registra una percentuale del 2,44% mentre il dato nazionale è del 2,9% sui votanti), con un incremento delle nulle e una flessione delle schede bianche. La personalizzazione del voto nei collegi uninominali della Camera. La nuova legge elettorale prevede la possibilità per l’elettore di votare anche solo il singolo candidato nel collegio uninominale, senza scegliere un partito. In che misura si è fatto ricorso al voto “personale”, nei 33 seggi osimani ? Per la coalizione del centrosinistra, l’incidenza media del candidato di collegio è del 4,15%: ciò significa che oltre 95 elettori su 100 (nel complesso, 4.436) hanno scelto di tracciare una croce solo su uno dei simboli della coalizione. Ancor meno elevato è il dato del centrodestra (2,67%): sono stati 171 gli elettori osimani che hanno scelto di votare solo il candidato uninominale di coalizione. Si tratta di una tendenza che sembra trovare conferma anche nel resto del Paese, stando alle prime analisi pubblicate in questi giorni. Una relativa, maggiore incidenza del voto personale si registra, invece, nelle due restanti aree politiche, Movimento 5 Stelle e Liberi e Uguali, la cui redistribuzione delle preferenze sul candidato avviene peraltro in modo automatico, dal momento che i due partiti non correvano in coalizione. Il M5S presenta un tasso medio di voto personale del 5,14% (407 elettori). La lista di Liberi e Uguali, infine, supera l’ 11% di voto personale (80 in termini assoluti), e questo grazie e favorito sicuramente dalla presenza di una candidata locale”.
Quanto al voto accreditato ai Partiti, la presidente mette a confronto, dopo un’analisi certosina, i ati 2013-2018. “Il Pd – osserva – perde quasi 1.400 voti; se si considera la coalizione di centrosinistra nel suo complesso, i voti persi sono quasi 1.000. Il centrodestra, nel suo complesso, guadagna circa 1.000 voti (+ 9 %), ma con una forte modifica dei rapporti interni alla coalizione: nel 2013 il Popolo della Libertà (14,0%) copriva da solo circa l’85% del voto della coalizione, con la Lega Nord ferma a percentuali irrilevanti (0,6%). Nel 2018, tutti i voti in entrata vanno alla Lega di Salvini, che attrae anche una percentuale consistente del precedente voto del PDL. Fratelli d’Italia passa da 409 a 860 voti. Il Movimento Cinque Stelle segna un lieve incremento in termini percentuali (+1,66) e un leggero incremento in termini assoluti (+ 181 voti). Più complessa appare la lettura dell’area elettorale a sinistra del PD: Liberi e Uguali ottiene 724 voti (3,51%), mentre Potere al Popolo (al cui interno si colloca Rifondazione Comunista) ottiene circa 235 voi (1,14%). Nel complesso, questi dati possono essere confrontati con i 587 voti ottenuti da SEL nel 2013 e i quasi 533 voti ottenuti da Rivoluzione Civile: in tal caso, si sarebbe di fronte ad una complessiva stabilità di questa area.
Vanno considerati altri due elementi: la presenza di due liste di ispirazione comunista, che guadagnano 100 voti e poco più di mezzo punto percentuale; una lettura dei flussi mostra, comunque, un limitato spostamento di voti dal PD verso LeU e in presenza di tale dato, se ne deve dedurre che una parte del precedente elettorato di estrema sinistra abbia scelto il voto al M5S, o l’astensione. E poi l’area dell’estrema destra registra un incremento dell’ 1,34%, grazie a Casa Pound, che passa da 39 a 321 voti. Rispetto al voto del 2013, va considerato anche che la quota di elettorato che aveva optato per una autonoma collocazione centrista (Lista Monti e Udc: 2,390 voti, pari a circa un 10%) sembra nel 2018 essere stata riassorbita in gran parte dalla coalizione di centrodestra, in parte dalle liste collegate al Pd. In tal caso, la perdita di voti del Pd verso la Lega e anche verso il M5S dovrebbe risultare più consistente. Analisi più dettagliate potrebbero anche riscontrare l’ipotesi che, dietro la stabilità complessiva del voto al M5S si nasconda in realtà un notevole ricambio degli elettori”.
Ancona assente in Parlamento, la Provincia incassa sei onorevoli Tutti gli eletti
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati