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Stefano Tombolini: «Case popolari, l’80% agli anconetani»

ANCONA – Il candidato sindaco di civiche e centrodestra spiega le sue politiche abitative. “Cittadini italiani penalizzati, vanno cambiate le regole. No nuove edificazioni, meglio acquistare l'invenduto” commenta Tombolini. Ufficiale: il simbolo dell'Udc sarà nella coalizione. Il segretario Meles: “Il nostro partito è uno solo, gli elettori non vengano ingannati”

Il tavolo del centrodestra, da sinistra Angelo Eliantonio, Stefano Tombolini, Daniele Berardinelli, Marco Bevilacqua, Milco Mariani, Massimo Meles

Case popolari, prima agli anconetani. Un motto che il centrodestra e il candidato sindaco delle civiche 60100 e Servire Ancona, Stefano Tombolini, promettono di mettere in atto cambiando le regole che danno diritto all’abitazione pubblica. “Oggi il 75% degli alloggi di edilizia residenziale pubblica sono assegnati ad una minoranza di cittadini stranieri che rappresentano meno del 13% della popolazione della città. I cittadini di Ancona sono penalizzati e in difficoltà” sostiene Tombolini, indicando due azioni. “Cambieremo il regolamento comunale che assegna gli alloggi, inserendo una proporzionalità: l’80% di disponibilità agli anconetani. Lavoreremo inoltre con la Regione per cambiare la legge regionale 36 del 2005 per inserire un criterio di cittadinanza reale che dia diritto ad una casa popolare: vanno dimostrati residenza e lavoro in città, almeno per un numero congruo di anni” dichiara Tombolini. “La Regione Lombardia lo ha già fatto ed è stato ritenuto legittimo dalla Corte Costituzionale” aggiunge il candidato sindaco. Poi c’è la partita delle costruzioni. L’ingegnere e consigliere comunale prende ad esempio le case popolari di via Mingazzini, all’ex Crass. “Quaranta alloggi in costruzione da anni, l’Erap ha presentato una variante ai costi e oggi costeranno una cifra importante. Meglio allora acquistare l’invenduto sul mercato, piuttosto che andare verso nuove edificazioni” sottolinea Tombolini. “Prima gli italiani non è uno slogan ma un criterio di giustizia sociale” aggiunge il portavoce comunale Fdi Angelo Eliantonio. “In questi mesi abbiamo ascoltato gente sfinita nei quartieri, questo ragionamento ce lo impone la realtà”. La Lega, con il segretario Marco Bevilacqua, chiede per gli stranieri la certificazione, da parte del consolato del paese di origine, che non abbiano altre proprietà all’estero. Daniele Berardinelli (Fi) rincara: “Gli alloggi di emergenza sociale diventano veri e propri alloggi popolari, con famiglie costrette per anni ad abitazioni in condizioni invivibili”. Per Carlo Ciccioli (Fdi) è in atto “una discriminazione all’inverso: sono gli italiani a non avere equità”. “Il patrimonio immobiliare pubblico è mal gestito, spesso le case sono occupate abusivamente o in totale abbandono. Questa situazione di illegalità pesa sugli anconetani” rimarca Ciccioli. Antonella Andreoli (Fi) invoca “controlli a tappetto” sui richiedenti delle case popolari. “Fuori i furbi, con controlli incrociati tramite l’aiuto dei consolati” dichiara Andreoli. A margine dell’incontro, è arrivata anche l’ufficialità dell’utilizzo del simbolo dello scudo crociato dell’Udc in questa campagna elettorale a sostegno di Tombolini e del centrodestra. “Siamo in linea con l’indicazione del segretario nazionale Cesa, nel Ppe e con il centrodestra. Altri hanno avocato a sé una autonomia che non è stata concessa. Gli elettori lo devono sapere. Tombolini rispecchia i nostri valori” afferma il segretario comunale Udc Massimo Meles, consegnando simbolicamente il logo dei centristi.

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