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Causa persa per l’esproprio,
il Palaindoor costa al Comune
maxi risarcimento da 1,4 milioni

ANCONA – Nell’ultima seduta della consiliatura prima del voto arriverà il debito fuori bilancio dovuto ai terreni di via della Montagnola. La consigliera M5S Maria Ausilia Gambacorta: “Facile immaginare nel 2003 che i proprietari avrebbero intentato il ricorso. L’importante era spostare il debito in avanti, oggi paghiamo noi”

Il palaindoor di via della Montagnola

 

Causa persa per l’esproprio dei terreni, il Palaindoor costa al Comune un maxi risarcimento da 1,4 milioni di euro. Buona parte erano già stati versati in questi anni di lungo braccio di ferro legale, tra cauzioni e somme congelate presso Cassa Depositi e Prestiti, la sindacatura Mancinelli dovrà pagare quindi “solo”, si fa per dire, 583mila euro. A sollevare il caso è la consigliera M5S Maria Ausilia Gambacorta. “La stima fatta all’epoca per procedere all’esproprio di quel terreno era fatta considerando quel terreno Fondo Agricolo – commenta Gambacorta -. Quale valore fu utilizzato al metro quadro? Circa 1.49 euro al mq ed oggi lo paghiamo circa 57 volte di più. Il terreno nel 2003 insisteva in una zona fortemente urbanizzata, lì c’era un ospedale, c’era già la caserma dei carabinieri, attività industriali, facile immaginare che i signori avrebbero fatto ricorso e che a distanza di 15 anni la collettività tutta avrebbe pagato. Ma che importa e a chi importa? L’importante era spostare il debito in avanti e prendere l’area ad un prezzo non congruo, poi negli anni qualcuno pagherà e così è stato. Un grazie allora al sindaco del Pd e mi raccomando sportivi tutti, utilizziamolo perché costa caro”. La sentenza della Corte di Appello che condanna il Comune a pagare il maxi risarcimento di 1,389 milioni di euro è arrivata a Palazzo del Popolo a fine 2017, dopo una battaglia legale iniziata nel 2003 per l’esproprio del terreno di via della Montagnola dove è stato realizzato il Palaindoor.

Maria Ausilia Gambacorta

La sentenza riconosce ai proprietari Gian Luigi Daretti e Maria Angela Daretti il risarcimento di 783mila euro per il valore delle aree espropriate e 558mila euro per il valore dell’edificio rurale abbattuto, oltre agli interessi dalla data dell’esproprio al saldo per le indennità di esproprio e le spese processuali. Il Comune aveva già depositato presso al Cassa Depositi e prestiti 190mila euro nel 2003 come indennità provvisoria, poi altri 815mila euro nel 2008, per un totale di un milione di euro che ora dovranno essere svincolati e liquidati. I restanti 583mila euro sono già stati trovati nell’avanzo di amministrazione del bilancio 2017, tra le cifre accantonate in via prudenziale come fondo rischi.

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